digital relax: L’AI PERVASIVA

il gruppo E torna CON una nuova serie podcast in 6 episodi, digital relax, da ascoltare per scoprire, senza fretta, le novità dell’it: tecnologie, trend e atteggiamenti ricorrenti da parte delle aziende. il Quarto episodio è dedicato ALL’intelligenza artificiale pervasiva eD è tenuto da Stefano Zingoni, Direttore della BU Innovability del gruppo e.


Attraverso l'IA, siamo in grado di analizzare enormi quantità di dati in pochissimo tempo, sviluppare vaccini contro virus sconosciuti in poche ore e immergerci in mondi virtuali interattivi dove ogni oggetto sembra prendere vita e interagire con noi. Quello che una volta sembrava appartenere solo al mondo della fantascienza è diventato parte integrante della nostra realtà quotidiana. Possiamo definire l’intelligenza artificiale un "cigno nero" dell'innovazione?

STEFANO ZINGONI Esattamente. L’arrivo dell’intelligenza artificiale ha questo nome specifico: "cigno nero". Ovvero innovazione imprevedibile, che ha un impatto profondo e duraturo sul mondo, destinata a cambiare radicalmente il corso della storia degli ambiti sui quali impatta, se non quelli della storia dell’umanità. L’innovazione è per sua natura imprevedibile: si sottrae alle previsioni. All’improvviso arriva e ci cambia, per sempre. Oggi, ci troviamo in un momento pivotale a livello di innovazione, quello dell’avvento dell'Intelligenza Artificiale. Pur non nuovo come concetto (se ne parla dal 1956), è oggi il momento in cui si sta diffondendo a rapidità impressionante ovunque nel mondo, in ogni ambito, rendendo ineffabile qualsiasi previsione sulle sue evoluzioni.

Qual è lo stato attuale dell'adozione dell'Intelligenza Artificiale e in che misura sta influenzando i diversi settori e ambiti della nostra società?

 

ZINGONI

L’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano riporta che il mercato italiano dell’AI nel 2023 è cresciuto del 52%. Una crescita record e una traiettoria esponenziale. Gli ambiti sono i più svariati: dall’analisi ed estrazione di dati all’interpretazione linguistica, ai sistemi di raccomandazione personalizzati, all’analisi di video e immagini, all’ orchestrazione dei processi.

L’AI già oggi ha un potenziale di automazione rispetto ai posti di lavoro del 50%. Ciò significa che IN TEORIA già oggi l’AI può svolgere il lavoro del 50% delle persone. Poi, è vero, questo si scontra nella pratica con la forza economica insufficiente da parte delle aziende: per sostituire veramente la metà delle proprie persone, le aziende dovrebbero infatti investire in grandi progetti, demolire la propria resistenza al cambiamento e abolire le questioni etiche che invitano gli imprenditori a conservare i posti di lavoro.

Di conseguenza questa percentuale all’atto pratico scende moltissimo. Ma il segnale è chiaro: c’è una rivoluzione in corso. Una rivoluzione difficile da capire, difficile da affrontare.

Sempre il Politecnico di Milano dice anche che 87% delle PMI, praticamente tutte, non ha ancora preso confidenza con l’AI, non si è ancora avvicinata a questo tema. L’AI è, in Italia, appannaggio delle grandi imprese, come spesso accade con le innovazioni. Più risorse, più disponibilità, più probabilità di successo.

 

 

DANIELA

Quindi vi è una sorta di gap tecnologico, tra chi si è già messo in cammino verso l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale e chi no. Questo divario aumenterà o è destinato a risanarsi?

 

ZINGONI

Non è una mia opinione ma lo dicono le analisi: questo gap, questo divario, aumenterà sempre di più: le aziende che continueranno a ignorare l’AI saranno sempre più distanti da quelle all’avanguardia e sarà per loro sempre più difficile portarsi al pari con il resto del mercato e rimanere competitivi. Rispetto ad altre tecnologie, l’AI accelera in maniera incontrollata e, come abbiamo visto prima, imprevedibile.

 

DANIELA

È necessario, quindi, che tutte le aziende, per rimanere competitive, abbraccino il l’adozione dell’intelligenza artificiale. Ma da dove si comincia?

 

ZINGONI

Innanzitutto, l’azienda deve capire di più sull’argomento, e poi deve rimanere aggiornata perché quello che è vero oggi tra 6 mesi non lo sarà più. L’AI evolve a tassi rapidissimi. Deve farsi conoscere e consigliare da chi ha già sviluppato progetti e ha una visione ampia e sempre aggiornata sul tema dell’intelligenza artificiale. Chi ha già conoscenza ed esperienza in vari ambiti e in varie funzioni aziendali, perché tutte possono essere migliorate e rese più efficienti ed efficaci grazie all’AI. Noi offriamo un servizio di advisory perché siamo un centro di competenza sull’intelligenza artificiale, un catalizzatore per le aziende che hanno bisogno di una guida nell’adozione dell’AI e di identificare le aree dalle quali iniziare. Noi, ad esempio, offriamo un servizio di momento di confronto mensile con i nostri esperti sul mondo dell’AI, la sua evoluzione e le opportunità e i casi specifici nel settore di interesse. Funziona sotto forma di abbonamento e vi mette a disposizione in maniera periodica tutte le nostre competenze in AI.

 

DANIELA

Grazie Stefano, ti faccio un’ultima ma importante domanda. Quali sono gli ambiti più rilevanti ai quali l’AI porta già oggi un enorme contributo?

 

ZINGONI

Sono moltissimi, praticamente ogni àmbito aziendale. Ti elenco i principali:

 

-Trasferimento della conoscenza. Tra le tante cose che permette di fare l’Ai, c’è il trasferimento della conoscenza, un aspetto a cui non si pensa immediatamente. L'intelligenza artificiale è un mezzo strabiliante per codificare la conoscenza, per accrescerla e per trasmetterla. L’AI ad esempio consente la ricerca agile, con linguaggio naturale, tra i documenti con contengono la conoscenza di un’azienda e la consultazione smart della documentazione, ad esempio quella tecnica come i manuali o le schede tecniche. L’utente, pensiamo a un nuovo ingresso, può conversare con diverse AI verticali facilitando la propria formazione e l’on-boarding in azienda e nei progetti senza dipendere dai colleghi. Alcune soluzioni di AI, tramite assistenti virtuali, forniscono istruzioni d’uso ad esempio a chi deve apprendere a utilizzare un nuovo macchianario, a partire dal manuale o da sequenze operative scritte su Excel. L’Ai fa da guida sulle procedure di sicurezza, presta assistenza in caso di malfunzionamenti, prende quella documentazione e la trasforma in testo conforme alle normative, crea dei test formativi, rilascio dei certificati.

 

-Produzione industriale. Rimanendo in ambito industriale, pensiamo a un produttore di macchine alimentari con sensori a bordo macchina. Analizzando i dati provenienti dai sensori, l'AI può rilevare anomalie nella produzione e identificare potenziali difetti o problemi di qualità. Ciò consente di intervenire tempestivamente per correggere tali problemi, migliorando la qualità complessiva del prodotto. In generale, nel manifatturiero, l’AI identifica inefficienze e aree di miglioramento nei processi produttivi; l'AI prevede quando una macchina è in procinto di guastarsi o richiedere manutenzione; permette di personalizzare la produzione in base alle richieste o le tendenze di mercato.

 

-Configurazione e assistente virtuale: Spostiamoci in ambito ecommerce o retail. L’AI permette all’utente di interagire con un configuratore in linguaggio naturare e di fargli configura un abito su misura mandandolo direttamente in produzione. È un progetto che abbiamo già sviluppato per Tailoor, azienda di phygital ecommerce, che ha integrato una AI, la sua AI, nel proprio atelier virtuale. Il risultato è un assistente virtuale che affianca il cliente nella configurazione di capi made-to-order. La stessa cosa ci stanno chiedendo le aziende del design e dell’arredo: configuratori che con l’AI arredano interagendo con l’architetto o il designer o l’utente finale.

 

-Assistenti virtuali: anche dove non c’è bisogno di configurazione, l’assistente virtuale può fare molto e – invece di personalizzare un prodotto – personalizza l’esperienza dell’utente. Abbiamo esempi nell’HORECA, quindi hotellerie e ristorazione, dove i gemelli digitali danno consigli sui servizi dell’hotel, gli abbinamenti del ristorante, le esperienze che si possono fare sul territorio. Le AI inoltre riconoscono l’utente nel tempo e interagiscono offrendo un’esperienza completamente personalizzata e capace di evolvere. Anche per RCS/GIRO D’ITALIA 2023, abbiamo creato nella fattispecie il mio gemello digitale per fornire informazioni in quasi real time sulle tappe del giro tramite un avatar a grandezza naturale posto nei villaggi di partenza. I gemelli digitali possono essere anche persone del passato o immaginarie e far vivere a chi vi interagisce esperienze impossibili. Anche un manager aziendale può essere un utente, naturalmente: per un’azienda del manifatturiero o di logistica, ad esempio, l’assistente virtuale informa i manager sulla localizzazione della merce, lo stato dei magazzini, i dati di vendita, lo stato delle spedizioni e altre funzionalità.

 

-Spazi virtuali: spingendoci ancora più in là, gli spazi virtuali possono essere popolati di intelligenze artificiali di ogni tipo, con i quali l’utente può interagire. Partiamo dall’ambito formativo: la formazione in ambienti virtuali realistici è il modo più sicuro per imparare professioni pericolose, come quella del chirurgo, del medico, del manutentore di macchinari pericolosi, di operatori a contatto con materiali esplosivi. Un altro ambito incredibile è quello dell’intrattenimento e del gaming. Recentemente abbiamo realizzato uno stadio interattivo dove poter parlare con l’allenatore, con il pallone, con lo stadio stesso e acquisire informazioni, ma anche giocare con altri utenti connessi. Le potenzialità qui sono davvero infinite.

SECONDO UNO STUDIO RECENTE, La maggior parte dei lavoratori digitali è a rischio burnout. L’IT aziendale ha il dovere di implementare strumenti appositi per difenderli.
— Alice Troiano
Indietro
Indietro

digital relax: LA MODERNIZZAZIONE DEL DATACENTER

Avanti
Avanti

GRUPPO E E IAAD. INSIEME PER L’AI-POWERED VIDEOMAKING